Il furto della Pimpaccia

Olimpia Maidalchini, sposa in seconde nozze del marchese Panphilio Panphili, nonché cognata e presunta amante di papa Innocenzo X Panphili, si comportò sempre da arrampicatrice sociale, arraffando denaro ovunque. Persino in punto di morte del suo “amato” pontefice non limitò le sue brame: la notte del 7 gennaio 1655, da sotto il letto del moribondo papa, la donna trafugò due casse piene d’oro e, con l’aiuto di due complici, le caricò sulla sua carrozza. Poi la fuga a rotta di collo con lei stessa a cassetta fino al suo palazzo a piazza Navona, passando per ponte Sisto.

Ma non ebbe, dopo il misfatto, vita fortunata: Alessandro VII Chigi la esiliò, fu processata per contumacia e condannata a restituire il maltolto. Non lo farà: morirà di peste nel 1657 e la leggenda narra che la sua anima sia costretta tutte le notti di luna piena a ripercorrere il tragitto dal Vaticano a piazza Navona, attraversando ponte Sisto.

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