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Archivio della Categoria ‘Parchi e giardini’

    
La Villa Doria Pamphilj
Pubblicato il 06-11-2020

Per San Valentino, è consigliabile una passeggiata a Villa Doria Pamphilj. E’ il più grande parco di Roma, che risale al Seicento quando fu creato per Pamphilio Pamphilj nel 1630, sviluppandosi in tutto il suo splendore tra il 1640 e il 1664 con il principe Camillo Pamphilj, nipote di Innocenzo X.

Ampliato nell’Ottocento, inglobando l’area del Villino dei Quattro Venti, subì danneggiamenti durante il bombardamento dei francesi, ma fu restaurato. Completamente distrutto, il Casino dei Quattro Venti fu sostituito dal monumentale arco che, da allora, è diventato l’ingresso principale.

L’edificio più bello è senz’altro il Palazzo delle statue ovvero del Bel Respiro e il Casino dell’Allegrezza, progettato da Alessandro Algardi, ed eretto tra il 1664 e il 1652. Un capolavoro barocco, ricco di splendide decorazioni.

    
La Villa Medici
Pubblicato il 02-10-2020

Imperdibile meta per gli innamorati è Villa Medici, che porta questo nome da quando il cardinale Ferdinando de’ Medici l’acquistò nel 1540 dandogli l’assetto mantenuto fino ad oggi. Vanta alcune curiosità astrologiche: all’interno apre sui giardini una loggia con leoni che ricordano il cardinale nato sotto il segno del Leone; sul soffitto della camera centrale dell’appartamento nobile, al di sopra della loggia (visitabile su prenotazione), figure femminili ostentano attributi di pianeti, e nei pannelli sono raffigurati i segni zodiacali. Nell’insieme rappresentano una sorta di talismano che doveva proteggere il cardinale al quale era stato predetto un destino glorioso.

Nel bosco, secondo una leggenda, abita il fantasma di Valeria Messalina. L’imperatrice trascorreva qui notte di orge con il suo amante Silio, che giunse a sposare in segreto, mirando a far assassinare Claudio. Il suo tradimento fu svelato e Claudio ordinò che venisse uccisa. Racconta Tacito che lei cercò rifugio nel bosco, dove la raggiunse il tribuno Narciso, che la trafisse con il pugnale.

    
Il Pincio
Pubblicato il 04-09-2020

Il panorama che si gode dalla terrazza del Pincio è un regalo che Roma fa a tutti gli innamorati. Il Pincio è l’antico colle detto “collis horticulorum” per il gran numero di vigne che ospitava, fu sede delle ville di illustri famiglie romane, come gli Ancilli, i Domizi e, nel IV secolo, i Pinci, dai quali prese il nome.

Divenne parco pubblico per volere di Napoleone Bonaparte, prelevando il territorio ai frati di Sant’Agostino. Si doveva chiamare “Jardin du Grand César”, appellativo che non fu mai assegnato al parco, una volta realizzato da Giuseppe Valadier tra il 1811 e il 1814. Il luogo è ancora più caro agli innamorati per una curiosità: Pio VII, una volta tornato a Roma dall’esilio, fece proseguire i lavori del Valadier e nel 1822 fece erigere l’Obelisco, rinvenuto presso la basilica di Santa Croce in Gerusalemme nel 1570.

Questo obelisco nasce, però, come un grande regalo d’amore, si tratta, infatti, di un monolito romano, fatto realizzare dall’imperatore Adriano per il suo favorito Antinoo, annegato nel Nilo nel 130.

    
Il Gianicolo
Pubblicato il 05-06-2020

La passeggiata del Gianicolo permette di godere uno degli scorci più suggestivi sul centro storico di Roma, come ben sanno generazioni di coppiette, romantici e viaggiatori di ogni paese.

Grandi viali alberati attraversano la collina che domina Trastevere per confluire in piazzale Garibaldi, dove la terrazza panoramica fa perno intorno al monumento equestre dell’eroe dei due mondi, opera del tardo ottocento di Emilio Gallori.

Ai piedi della terrazza, il Parco Gianicolense degrada ripido ad est verso il Tevere.

La passeggiata panoramica muove verso sud, tra ali di busti di marmo raffiguranti illustri garibaldini, verso l’ampio e scenografico largo della Fontana dell’Acqua Paola, chiamata tradizionalmente “Fontanone”, eretta da Giovanni Fontana e Carlo Maderno per Papa Paolo V (1608 – 1612).

Poco più avanti la strada giunge sulla terrazza della bella chiesa di San Pietro in Montorio, nota per il tempietto rinascimentale del Bramante racchiuso nel cortile, modello di perfezione classica, storica meta di coppie che ufficializzano religiosamente la loro unione.

    
Il giardino degli aranci
Pubblicato il 01-05-2020

Proprio sulla sommità della collina dell’Aventino, si trova il parco Savello, più noto ai romani come “Giardino degli aranci”. La vista particolarmente suggestiva sul quartiere di Trastevere, l’Isola Tiberina, il profilo delle cupole del centro storico, della collina del Gianicolo e del Monte Mario rendono questo parco uno dei luoghi più affascinanti della città.
Il parco è delimitato da antiche mura che costituiscono un raro esempio di incastellamento altomedievale e termina con una terrazza che sovrasta il Tevere proprio nel punto in cui sorgeva il porto maggiore della città romana.

Durante la stagione invernale gli alberi d’arancio a cui il parco deve il nome si caricano di frutti e alla vista sulla città eterna si aggiunge il loro profumo caratteristico.