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Archivio della Categoria ‘Ponti’

    
Le “favate e ciriolate” di Ponte Cavour
Pubblicato il 29-01-2021

I lavori su progetto di Vescovali iniziarono nel 1896 per concludersi nel 1901, mentre l’inaugurazione ebbe luogo il 25 maggio dello stesso anno. Una nota di folclore venne offerta, in quel giorno, dalla scampagnata all’ombra dei piloni sul “piagaro”, ossia su quella piega del Tevere in cui la rena si depositava formando piccole spiagge.

Il popolo organizzò le “favate e ciriolate” (fave, pasta e ciriole) servite sugli “sciacquerelli”, le caratteristiche palette di legno, strumenti dei barcaioli per buttar l’acqua fuori dalle barche.

    
La beffa del pedaggio
Pubblicato il 29-05-2020

Secondo l’abitudine della Camera Apostolica, l’incarico di riscuotere il pedaggio di ponte de’ Fiorentini (scomparso), fu affidato a Domenico “er Moro de ponte de fero”. Nessuno riuscì mai a eludere la sorveglianza del Moro, eccetto un… morto nel 1840. Un giorno avanzò sul ponte una bara, portata a spalla, preceduta da un uomo dal passo cadenzato.

Presso la garitta del Moro l’uomo si fermò, si tolse il cappello e dette la precedenza al morto e al corteo. Uscita dal ponte l’ultima persona, l’uomo si avvicinò alla finestrella del casotto e lasciò cadere un soldino. “E l’artri sordi?”, chiese il Moro. “Quali?”, ribattè l’uomo. “Quelli der corteo che avete contato”. “Ma io non faccio parte der mortorio. Io ho ceduto il passo pe’ rispetto. Il morto mica era mio!” Si trattò forse del solo boccone amaro ingoiato dal Moro in tutta la sua carriera.

    
Gli incidenti nell’anno santo
Pubblicato il 14-09-2018

Il 1450 fu un drammatico anno santo. Il 18 settembre centinaia di pellegrini diretti a San Pietro affollavano il ponte Sant’Angelo. Il ponte era sempre stato il percorso principale per arrivare al Vaticano dai tempi di Bonifacio VIII (e i ponti romani erano sempre stati famosi per la loro solidità).

La persona responsabile della tragedia, non voluta, fu il famoso cardinal Pietro Bembo, che cercava di farsi largo sul ponte a cavallo di un mulo. Le urla e l’agitazione della folla eccitarono irrimediabilmente lo scalpitante mulo che cominciò a creare il panico. La pressione fu enorme e i parapetti del ponte cedettero: centinaia di persone precipitarono nell’acqua gelida del Tevere. 172 persone morirono.

    
La Battaglia di Ponte Milvio
Pubblicato il 08-12-2017

Eliminato nel 310 Massimiano, del quale aveva sposato la figlia Fausta, e morto Galerio l’anno dopo, Costantino nel 312 scese in Italia e sconfisse e uccise Massenzio a Roma nella battaglia di Ponte Milvio, battaglia alla quale è legata la leggenda della visione della Croce con la scritta “In hoc signo vinces”.

All’indomani della vittoria su Massenzio, Costantino concederà, con l’Editto di Milano, la libertà di culto al cristianesimo, avviando una politica di unificazione religiosa su basi rinnovate e ritenute capaci di dare una nuova solidità alla costruzione imperiale.

    
La prima esposizione di teste
Pubblicato il 15-09-2017

Tra le tante notizie storiche pervenute, ce n’è una che ricorda il ponte Sant’Angelo come luogo adatto per esporvi, tra il 1480 e il 1500, i cadaveri dei condannati a morte, perché tutti potessero vedere e meditare prima di turbare la quiete cittadina, operando con la violenza e il delitto.

Durante l’anno santo del 1500 ebbe luogo la prima “esposizione” e pare che ben 18 impiccati furono appesi sul ponte, nove per ogni ingresso. E non finì lì. Altre forche e altre teste mozzate erano all’ordine del giorno, tanto che in seno al popolo nacque il commento proverbiale: “Ce so’ più teste mozze su le spallette, che meloni al mercato”.