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Archivio della Categoria ‘Tradizioni’

    
Le “favate e ciriolate” di Ponte Cavour
Pubblicato il 29-01-2021

I lavori su progetto di Vescovali iniziarono nel 1896 per concludersi nel 1901, mentre l’inaugurazione ebbe luogo il 25 maggio dello stesso anno. Una nota di folclore venne offerta, in quel giorno, dalla scampagnata all’ombra dei piloni sul “piagaro”, ossia su quella piega del Tevere in cui la rena si depositava formando piccole spiagge.

Il popolo organizzò le “favate e ciriolate” (fave, pasta e ciriole) servite sugli “sciacquerelli”, le caratteristiche palette di legno, strumenti dei barcaioli per buttar l’acqua fuori dalle barche.

    
Le traghettate di Caronte
Pubblicato il 24-12-2020

Con la costruzione del ponte Cavour, quello di Ripetta fu ritenuto inutile, anche perché il suo posto era stato già preso, alla fine dell’Ottocento, da un famoso traghetto: la “barca di Caronte“.

I romani chiamavano così una barchetta che trasportava in Prati comitive di gitanti. Guidava la barchetta lungo la fune tesa fra una riva e l’altra, il barcaiolo Toto, detto “Caronte” per la grande barba.

    
La Visita alle Sette Chiese
Pubblicato il 04-12-2020

Festa tipicamente religiosa, si effettuava durante il mese di maggio. Istituita da San Filippo Neri e approvata dal papa, consisteva appunto in una visita di devota preghiera alle sette basiliche romane effettuata durante una sola giornata: San Lorenzo fuori le Mura, Santa Croce in Gerusalemme, Santa Maria Maggiore, San Giovanni in Laterano, San Sebastiano, San Paolo fuori le mura, San Pietro.

Alla pratica religiosa si univa la tipica “scampagnata” molto cara ai romani. Questa festa è stata ripristinata dal Comune di Roma dando alla visita un carattere culturale con l’illustrazione sulle caratteristiche artistiche delle basiliche. S

i svolge in una giornata precedente l’Ascensione, con tanto di merenda pubblica a Villa Celimontana.

    
Il prodigio del movimento degli occhi
Pubblicato il 27-11-2020

A due passi da Fontana di Trevi si può incontrare una Madonnella, famosa per il prodigio del movimento degli occhi avvenuto, come avvisa l’iscrizione latina ai suoi piedi, il 9 luglio 1796.

Poiché l’effigie continuava nei giorni seguenti a muovere gli occhi, fu allestito un processo per far deporre i testimoni oculari. Il primo testimone fu il marchese del Bufalo che affermò: “Le luci di ambedue gli occhi dell’immagine si muovevano e si elevavano al di sopra, tanto che, poco a poco e con moto lento, andavano quasi a nascondersi sotto le palpebre”.

    
Il miracolo del lumicino
Pubblicato il 30-10-2020

Una leggenda vuole che nel 1577, durante una piena del Tevere, un lumicino che ardeva sotto un’immagine della Madonna, collocata alla base del campanile di S. Giovanni Calibita (ospedale Fatebenefratelli), fosse sommerso dalle acque, rimanendo prodigiosamente acceso.

L’immagine, subito riconosciuta miracolosa, fu portata all’interno della chiesa, dove è ancora visibile. Al suo posto, un’altra Madonnella a ricordarne l’evento.