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Archivio del Agosto, 2023

    
La Galleria Borghese: un viaggio tra capolavori d’arte e bellezza
Pubblicato il 18-08-2023

Cari lettori, oggi vogliamo portarvi alla scoperta di uno dei gioielli più preziosi di Roma, un luogo che rappresenta un concentrato dell’arte e della bellezza che caratterizzano la nostra amata città: la Galleria Borghese.

La Galleria Borghese ha le sue radici nel 1607, quando il Cardinale Scipione Borghese, nipote di Papa Paolo V e grande appassionato d’arte, commissionò la costruzione del Casino Borghese per ospitare la sua immensa collezione di opere d’arte. L’edificio, situato all’interno del bellissimo Parco dei Villa Borghese, fu progettato dall’architetto Flaminio Ponzio e, alla sua morte, i lavori furono completati dal suo collaboratore, Giovanni Vasanzio.

La Galleria Borghese è un luogo che stupisce per la qualità delle opere esposte. Scipione Borghese fu un collezionista appassionato e illuminato, capace di riconoscere il talento degli artisti che decideva di supportare. È grazie a lui se oggi possiamo ammirare alcuni dei più grandi capolavori dell’arte italiana ed europea.

Una delle perle di questa collezione è sicuramente il “David con la testa di Golia” di Caravaggio, un dipinto che rappresenta l’artista al culmine della sua maturità creativa. L’opera, carica di simbolismo, riflette la turbolenta vita di Caravaggio e il suo tormentato rapporto con la violenza e la morte.

Ma la Galleria Borghese è anche il tempio di Gian Lorenzo Bernini, lo scultore che più di tutti ha saputo dare forma al Barocco romano. Le sue sculture, come il “Ratto di Proserpina”, “Apollo e Dafne” e il “David”, si contraddistinguono per l’abilità di catturare l’attimo, la tensione, l’emozione di un preciso istante, rendendo quasi “vive” le figure di marmo.

Non bisogna dimenticare i capolavori dell’arte antica, come il “Gladiatore Borghese”, una magnifica scultura greca, e la “Paolina Borghese” di Antonio Canova, che ritrae la sorella di Napoleone Bonaparte come Venere vincitrice.

Tra le tele preziose, ricordiamo anche opere di Tiziano, Raffaello, Domenichino, e Correggio, che arricchiscono ulteriormente questa straordinaria collezione.

La Galleria Borghese non è solo un museo, ma un viaggio attraverso secoli di storia dell’arte, in cui ogni opera sembra dialogare con le altre, creando un discorso armonioso e affascinante. È un luogo che stimola riflessioni profonde sull’arte e sulla bellezza, e che suscita emozioni intense in chi lo visita.

In conclusione, se avete l’opportunità di visitare Roma, non potete perdere la Galleria Borghese. E vi consigliamo di prenotare con anticipo, dato che l’accesso al museo è limitato a un certo numero di persone ogni due ore. Non rimarrete delusi: la Galleria Borghese è un tesoro d’arte e cultura che vi rimarrà nel cuore.

    
Basilica di San Sebastiano fuori le mura
Pubblicato il 04-08-2023

La basilica di San Sebastiano fuori le mura è un luogo di culto cattolico di Roma, nel quartiere Ardeatino, sulla via Appia Antica al numero 136. Ha fatto parte delle sette chiese visitate dai pellegrini in occasione del Giubileo, fino al Giubileo del 2000, quando è stata sostituita dal Santuario della Madonna del Divino Amore.

La chiesa fu costruita nel IV secolo con l’antico titolo dei Santi Pietro e Paolo, sul luogo dove erano state trasferite nel 258 le reliquie dei due apostoli per salvarle dalle persecuzioni. Ritornate in seguito nelle loro sedi originarie (in Vaticano e sulla via Ostiense), sopra le catacombe l’imperatore Costantino fece costruire, nella prima metà del IV secolo, una grande basilica, che inizialmente fu dedicata alla memoria apostolorum, e che in seguito assunse il nome attuale.

La chiesa ricevette anche l’attributo ad catacumbas per la presenza delle catacombe dove sul finire del III secolo furono deposte anche le spoglie del martire romano San Sebastiano da cui presero il nome, sulle quali venne costruita, mentre l’attributo fuori le mura è in riferimento al fatto che la chiesa si trova al di fuori delle Mura aureliane e serviva a distinguerla dalla chiesa di San Sebastiano al Palatino.

I resti di san Sebastiano furono trasferiti nella basilica di San Pietro in Vaticano nell’826, per il timore di un assalto dei Saraceni, che si materializzò, causando la distruzione della chiesa. Il luogo di culto fu riedificato da papa Nicola I (858-867) e l’altare del martire fu riconsacrato da papa Onorio III su richiesta dei cistercensi, che ricevettero la cura della chiesa.

L’edificio attuale risale alla ricostruzione ordinata dal cardinale Scipione Caffarelli-Borghese nel XVII secolo e portata avanti da Flaminio Ponzio prima e da Giovanni Vasanzio poi.

La basilica è sede parrocchiale, istituita il 18 aprile 1714 con bolla di papa Clemente XI. Ed è anche sede del titolo cardinalizio di «San Sebastiano alle Catacombe» istituito da papa Giovanni XXIII nel 1960.

Costantino fece costruire la primitiva basilica secondo il modello circiforme a tre navate e preceduta da un grande atrio quadrangolare, modello riscontrabile anche nelle altre basiliche fatte erigere dall’imperatore a Sant’Agnese sulla via Nomentana e a San Lorenzo sulla via Tiburtina. Parti di questa basilica furono utilizzate per la ricostruzione del XVII secolo: in particolare il nuovo edificio occupò l’antica navata centrale.

Nel 1933 furono ricostruite le navate utilizzando il deambulatorio che correva attorno alla basilica del IV secolo: nella navata di destra sono raccolti manufatti provenienti dalle catacombe sottostanti, ed è posta l’entrata al cimitero ipogeo; nella navata di sinistra vi sono una delle uscite della catacomba ed un museo epigrafico.