Incendio sulla Tangenziale

1 giugno. Notte. A Roma nord scoppia un incendio nella tangenziale. La zona è quella all’altezza della Batteria Nomentana.

Sotto quella galleria c’era il solito accampamento dei barboni. Uno spettacolo ormai ben conosciuto dagli automobilisti che frequentano la tangenziale di Roma. Ma non ve ne sono solo lì, anche in altri punti, ne vedo sempre nel tratto compreso fra il Verano e la Stazione Tiburtina. Stracci, cartoni, immondizia, tutto accatastato.

Forse il surriscaldamento dei cavi ad alta tensione ha provocato l’incendio del materiale infiammabile ammucchiato. 300 i cavi in fibra ottica della Telecom bruciati. Bloccate per diverse ore le auto. Baracche ed automobili distrutte. La rete del quartiere africano danneggiata. 4000 utenze interrotte. Il traffico è impazzito, anche nelle strade vicine a quel tratto, i semafori non funzionavano. Il fumo dell’incendio rendeva l’aria irrespirabile. Nessuna vittima, per fortuna.

I danno hanno interessato anche alcuni negozi della zona, dove il fumo è entrato e ha impregnato gli ambienti.

Il sindaco di Roma ha ringraziato, come al solito, le forze dell’ordine e i vigili del fuoco. Ma il Codacons, giustamente, ha presentato una denuncia per interruzione di servizio pubblico e invita tutti i cittadini che hanno subito danni in seguito all’incendio di chiederne il risarcimento.

Ma il problema non è soltanto la mobilità, mal gestita a Roma in casi di estrema urgenza come questi. Il problema sono anche gli illegali e degradanti bivacchi ed accampamenti che spuntano come funghi nella capitale, diffondendo un’immagine della Città Eterna desolante, mal curata, incivile, indecorosa.

Se il Comune di Roma è così pronto a buttare i soldi pubblici per spese inutili, mi chiedo perché non faccia qualcosa per quei barboni. Se italiani, vanno aiutati, se stranieri, rimpatriati. Roma non può né deve presentarsi come un centro urbano trasandato, come è ora. Ne va della sua immagine e della sicurezza dei cittadini.

Foto tratta da Roma locale.

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