E’ il periodo tra le due feste religiose dell’Epifania e della Quaresima, le cui origini si fanno risalire ai pagani Saturnalia che si svolgevano in prossimità del solstizio d’inverno. Il culmina della festa è nei “giorni grassi” dal giovedì al martedì, ma le caratteristiche manifestazioni di un tempo non si verificano più nella Roma di oggi.
Oltre alla grande varietà di maschere con le quali ci si compiaceva di travestirsi andando in giro per il centro della città, c’era poi un crescendo di balli, canti, corteggiamenti, e scherzi che arrivavano però fino alle liti e alle risse, con tanto di “ammazzamenti”.
La festa di martedì grasso era concentrata sui Moccoletti lungo via del Corso. I lumi si accendevano ovunque, sui palchi e sulle finestre, e il massimo del divertimento consisteva nel tenere il moccolo acceso e spegnere nello stesso tempo quello dei vicini, e tutto all’insegna della frase: “Morammazzato chi non regge il moccolo!”.
Il Carnevale moriva con l’ultimo moccolo che si spegneva e con la cena di grasso nelle osterie e nelle locande.