Danni alla scalinata di Trinità dei Monti

E’ appena trascorso un mese da quando dei rumeni danneggiarono la Fontana della Barcaccia, di notte, ubriachi e senza il minimo rispetto per i beni storico-artistici di Roma e per il paese che li ospita. Un mese dopo la stessa zona torna ad essere protagonista della notte romana.

Tocca alla bella scalinata di Trinità dei Monti, opera iniziata nel 1723, teatro questa volta non di rappresentazioni ed eventi mondani, non di passeggiate serali, bensì di una corsa in automobile.

Pare che un colombiano abbia imboccato la scalinata con la sua Toyota. Una versione dice però che l’auto è stata spinta sulla scalinata da quattro marines che lavorano a Roma. I quattro cowboys, ubriachi anche loro, al termine della loro serata, avrebbero spinto giù l’auto. Secondo qualcuno si è trattato di un’aggressione da parte dei quattro, visto che dall’auto manca la targa. Non è la prima volta che i marines presenti in Italia si macchiano di reati.

Il colombiano si è visto ritirata la patente. I quattro cowboy sono stati denunciati per danneggiamento di bene artistico e storico e di furto di targhe automobilistiche.

Cinque gradini della scalinata sono stati scheggiati. E Roma continua a pagare. Perché non è certo da credere che i cowboys, che in paese straniero rendono conto soltanto agli Stati Uniti, paghino per i danni.

Ancora una volta Roma è teatro dei porci comodi dello straniero di turno. Non bastano i vandali indigeni, dobbiamo anche importarli. Roma città aperta. Aperta ai barbari che la fanno a pezzi un poco alla volta. E nessuno che si preoccupa di far rispettare le leggi, nessuno che controlla. Certo, adesso hanno fatto sapere che installeranno delle telecamere. Perché in Italia ci si muove sempre dopo che il danno è successo, il concetto di prevenzione è sconosciuto.

Prossimamente su queste pagine per narrare d’altri barbari e altri danni.

2 commenti su “Danni alla scalinata di Trinità dei Monti”

  1. Ormai appena succede qualcosa si minaccia/promette di installare le telecamere. Come se il problema ne fosse l’assenza! Il problema è che chiunque, tranne i Romani, ha la sensazione che qui si può fare tutto; la sensazione diventa poi certezza quando non si vede un vigile, un carabiniere, un poliziotto seppure se ne richiede l’intervento.

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