E’ il grande poeta romano che con i suoi 2279 sonetti in romanesco ha raffigurato Roma tra il 1830 e il 1847 attraverso uno scenario realistico dei suoi difetti e dei suoi pregi. Non una magnificazione della città, ma una sorta di antimmagine della “capomunni” di un tempo, per come è caduta nella decadenza civile a causa di un governo pontificio che ha ridotto il centro della cristianità a una “Fajola indeggna”.
Morì nel 1863.